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Nella guerra in Ucraina c’è un solo vincitore: gli Stati Uniti

Posted on 25 Febbraio 2022
Nord_Stream2_Usa

Molti si meravigliano della reazione violenta e improvvisa della Russia, cosa invece prevedibile per chi pone attenzione ai processi e non solo ai dettagli. Già nel 2007, nella dichiarazione Europa per la Pace, si era detto che l’Europa sarebbe precipitata in un grave conflitto se avesse continuato ad appoggiare la politica di Washington.

Ed oggi, in questo momento della crisi ucraina, osserviamo un solo vincitore, gli Stati Uniti, che hanno raggiunto diversi obiettivi:

1. Nuove sanzioni contro la Russia
2. Bloccare il gasdotto Nord stream2 e soprattutto fermare una delle cose che più temono, la collaborazione tra l’Europa (Germania) e la Russia.
3. Proporsi all’Europa come fornitore alternativo di gas.
4. Convalidare la narrativa che Putin abbia mire espansionistiche.
5. Aumentare il controllo sull’Europa
6. Fare una guerra in Europa inviando solo armi e non soldati. La guerra contro la Russia la stanno facendo gli europei, soprattutto gli ucraini e in generale i paesi dell’Est.

Ciò a cui assistiamo è la conseguenza di 30 anni di aggressione degli Stati Uniti alla Russia con l’appoggio dell’Europa. Il mancato rispetto degli accordi con Gorbaciov nel 1990, basati sull’impegno di non ampliare la NATO ai paesi dell’Est, è stato un momento cruciale. L’aggressione è poi continuata con il cosiddetto scudo stellare e con l’installazione di basi militari in Polonia e Romania. L’avanzata degli USA è proseguita con il colpo di stato in Ucraina, con regia occidentale, che ha portato il paese a un governo di oligarchi vicini a Washington. Successivamente nel 2015 il Dragoon Ride ha portato truppe statunitensi in tutta l’Europa dell’Est, fino ai confini con la Russia; le manovre militari erano accompagnate da una campagna di incitamento all’odio nei confronti dei russi e in particolare di Putin e, cosa ancora più importante, da numerose sanzioni economiche e finanziarie volte a indebolire un’economia già in difficoltà.

Dal canto suo la Russia ha fatto il “passo falso” che gli Stati Uniti hanno provocato e stavano aspettando per poter cosi giustificare nuove sanzioni. Dagli inizi della crisi Mosca ha provato a trovare un accordo spiegando chiaramente le sue richieste: che l’Ucraina non fosse inglobata nella NATO, non potendo assolutamente accettare installazioni militari americane con missili nucleari a 500 chilometri da Mosca. Queste richieste sono state definite inaccettabili, come se invece fossero accettabili ipotetici missili russi in Messico o in Canada, al confine con gli Stati Uniti.

Con questo assolutamente non giustifichiamo l’uso della violenza né della guerra, ma comprendiamo il contesto generale in cui questa decisione è stata presa.

Chi pagherà un prezzo altissimo per questa crisi sarà l’Europa. Non solo aumenteranno le bollette e molte aziende saranno costrette a chiudere, ma salirà anche il prezzo di tutti i prodotti che inoltre non saranno più competitivi nel mercato mondiale. Questo frenerà anche le esportazioni. In questa situazione i governi europei, in una specie di harakiri, accettano il diktat di Washington, sacrificando inspiegabilmente i propri interessi, quando dovrebbero dialogare con tutti gli attori in campo trovando una soluzione pacifica e ragionevole per tutti.

Né la Russia, né l’Europa e ancor meno la popolazione ucraina trarranno alcun vantaggio da questa guerra. Per questo già nel 2007 nella dichiarazione Europa per la Pace si diceva: L’Europa non deve appoggiare alcuna politica che trascini il pianeta verso la catastrofe: qui è in gioco la vita di milioni di persone, è in gioco il futuro stesso dell’umanità.

La gente vuole vivere in pace, aspira alla collaborazione tra i popoli e inizia a rendersi conto che siamo tutti parte di una grande famiglia umana. Lo sviluppo della scienza e della tecnologia può garantire a tutti una vita degna, ma l’avidità di pochi sta rallentando il cammino dell’evoluzione umana. In questo momento solo una grande pressione dei cittadini sui loro governi potrebbe aiutare a cambiare la direzione degli avvenimenti.

Se non si vuole la guerra bisogna smettere di farla. I leader europei non riescono a fermare la valanga, mentre farebbero bene ad ascoltare le richieste dei popoli. Invece di alimentare questa guerra, devono riprendere subito il dialogo.

Comunque, qualunque sia il punto di vista di ognuno, le sue interpretazioni e analisi, questa guerra va fermata immediatamente. La guerra appartiene alla preistoria. Costruiamo la pace!

Gerardo Femina
Europa per la Pace

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